Fine anno tempo di bilanci.
O forse no.
O forse questa volta non ce n'è proprio bisogno.
Questa volta, ancora una volta, la Ferrovia non ha avuto nè ha da dimostrare niente a nessuno.
La stagione è partita in salita, con una Curva finalmente compatta, finalmente riunita, finalmente pulsante e ruggente.
Una Curva che ha saputo mettere da parte tanti, troppi discorsi, per fondere insieme vecchi e nuovi entusiasmi, rabbia antica e sana cattiveria moderna, voci scalfite da mille stagioni e nuove ugole scintillanti.
Inutile dire che non è stato, comunque, per niente facile.
Il lavoro che c'è dietro è stato (ed è) enorme e solo chi ha avuto l'onore (e l'onere) di gestire una Curva se ne può, forse, rendere conto.
Ci eravamo illusi poi, nuovamente e ostinatamente, che qualcosa potesse essere diverso anche dal lato prettamente sportivo, salvo poi ritrovarsi come ogni Natale a piangere sul latte versato e a fare i conti per vedere di riuscire a salvarsi, ancora una volta, all'ultimo minuto dell'ultima giornata.
Triste e abituale routine per noi.
Ma, come amiamo spesso dire, più perdiamo e più siamo belli.
Più ci prendono a mazzate e più ci gasiamo.
Più ci mettono davanti una società e una squadra indegna e più Noi andiamo a giro per l'Italia a mostrare orgogliosamente i muscoli.
La fortuna di questa città, della nostra gente e della nostra Curva è proprio questa: avere un orgoglio così smisurato da riuscire perfettamente a scindere il nostro essere da tutto il resto.
Risultati e classifiche comprese.
Tutti ci dicono che non esiste al mondo situazione paradossale come la nostra, ci dicono che non vedremo mai altro rispetto alla triste serie C, ci dicono che siamo 3 scemi in fila, ci dicono "mai una gioia", ci dicono che "finchè c'è Lui non ci torno", ci dicono un sacco di cose....
Come dargli torto? In fondo a pensarci bene hanno tutti le loro sacrosante ragioni.
Ma far parte di Noi, invece, è una fortuna.
Chi può vantare una identità così forte, forgiata solo su sconfitte e delusioni?
La Ferrovia è una scuola di vita prima che di tifo, ti tempra addosso quel carattere frutto di amicizie, km, botte e scazzi che nessun altro può e potrà mai capire.
Perchè tutti hanno goduto sportivamente, Noi no.
Perchè tutti si sono abbracciati alla fine di un campionato sognando la promozione, Noi no.
Perchè tutti hanno avuto il bomber, il mister, il Presidente della "scalata" o del "ciclo vincente", Noi no.
NOI GODIAMO NELL'ESSERE NOI.
NOI VIVIAMO DELLA NOSTRA AMICIZIA FRATERNA.
E QUESTO MAI NESSUNO CE LO POTRA' TOGLIERE O NEGARE.
E chi non lo capisce può, come si dice dalle nostre parti, pigliare e levassi tre passi da i coglioni.
Le parole le porta via il vento e, quindi evitiamo, di ringraziare qui sopra tutti i gruppi della Ferrovia, tutti coloro che ci hanno supportato e tutti coloro che hanno donato parte della loro libertà personale per quella Maglia e per questa Curva.
Ci sembrerebbe brutto e retorico rendere grazie dietro uno schermo, non è nel nostro stile.
Quindi per il momento godetevi le vostre ferie e la vostra voce finalmente squillante ma....non prendete impegni per Sabato 13 Giugno!
Con immenso amore.
La Vostra Curva!
AVANTI ULTRAS, AVANTI MilleNoveCentoOtto!
mercoledì 13 maggio 2015
martedì 5 maggio 2015
Prato-Santarcangelo 1-1
Un pensiero e un abbraccio al piccolo Chirstian di Pontedera, affetto da una grave malattia, al quale abbiamo voluto far sentire tutta la nostra vicinanza con una raccolta fondi. Come sempre in prima linea nell'aiuto e nella solidarietà oltre i colori.
Per quanto riguarda il campo, gli ultimi novanta minuti da giocare di questa indegna stagione. I conti, come detto, si faranno alla fine.
AVANTI ULTRAS, AVANTI MilleNoveCentoOtto.
Per quanto riguarda il campo, gli ultimi novanta minuti da giocare di questa indegna stagione. I conti, come detto, si faranno alla fine.
AVANTI ULTRAS, AVANTI MilleNoveCentoOtto.
giovedì 30 aprile 2015
mercoledì 22 aprile 2015
Prato - Teramo 1-0
Qui finalmente a raccontarvi di una vittoria. Arriva al Lungo la capolista dopo una settimana di pre gara ricca di entusiasmo al botteghino ospite. Sono quasi mille i teramani arrivati in occasione di questa partita. Eh già, anche loro ci sono quasi. Va bene: che non si sarebbe goduto o festeggiato nemmeno quest'anno lo avevamo capito fin da subito, malgrado l'accordo con l'Inter e altre novelle cantate e suonate in estate. A Prato si fa presto a rassegnarsi a quello che E' il Prato Calcio e a quelle che sono le sue ambizioni. Vedere festeggiare la B ad altri in casa nostra però, lo riteniamo una punizione un po' eccessiva. Non ci stiamo. Perchè sarà pure vero che la ruota gira per tutti, ma evidentemente, noi si rimane parecchio fuori mano. Entriamo a Casa Nostra con la voglia di sputare tutta la rabbia che abbiamo dentro, tutta quella maledetta rassegnazione, tutti quegl'anni di merda a zonzo per paesi di provincia sconosciuti alle cartine. Con la voglia di dire che ci siamo ancora, con la stessa grinta, determinazione e bellezza di sempre. Ci troviamo davanti un settore stra pieno, una coreografia realizzata per l'occasione, un entusiasmo al limite dell'inimmaginabile. E così tiriamo fuori l'orgoglio e i polmoni Solo Per La Maglia. Il resto vien da sè: la fierezza e l'onore di una città che non china il capo e si mostra, bella, davanti a chi, in fondo, è solo un po' più fortunato. Poi la vittoria, rara cornice, che appaga tutti gli sforzi di 90 minuti di sangue sugli spalti. Segno che forse i tifosi sono ancora il 12esimo uomo in campo e non importa il numero, importa il cuore.
Segnaliamo infine, la presenza di un gruppo di ragazzi non tesserati di Teramo arrivati a Prato e non fatti entrare...
AVANTI ULTRAS, AVANTI MilleNoveCentoOtto!
Segnaliamo infine, la presenza di un gruppo di ragazzi non tesserati di Teramo arrivati a Prato e non fatti entrare...
AVANTI ULTRAS, AVANTI MilleNoveCentoOtto!
mercoledì 15 aprile 2015
Ancona - Prato 1-1
In pochi, come al solito. Un pulmino, qualche macchina. Alle 6 siamo in piedi (o ancora in piedi) e quando il sole dà il buongiorno alla domenica, giorno sacro del Signor Calcio, siamo già pronti a partire. Destinazione Ancona. Ci aspettano 3 ore e mezza o poco più di viaggio, a fianco di tanti che, già d'aprile decidono di andare a fare visita al mare. Non roba per noi, rifiuto e vado avanti. I kilometri scorrono tra risate e birre, ottime amiche di ricordi e racconti. Arriviamo nel capoluogo marchigiano con anticipo e, attaccate le pezze, ci prepariamo ad affrontare la nostra partita, osservando i tifosi dorici entrare alla spicciolata. Inutile spendere altre parole sull'orario. Lo stadio semi-deserto (che si intravede nella foto) è ancora una volta figlio di coloro che allo stadio ci vogliono le famiglie e poi, apparecchiata la tavola, fissano le partite all'ora di pranzo. Chi c'è, c'è.
Facciamo un tifo di qualità, in pochi, ma tant'è... l'abitudine. Qualche coro all'unisono con la tifoseria di casa quando si parla di Ultras e qualche riferimento tutt'altro che amichevole agli spallini storicamente gemellati con i tifosi dorici.
La partita intanto scorre. Rischiamo di perdere anche questa volta ma un rigore, dal sapore di contentino, fissa un pareggio quanto mai inutile classifica alla mano. E così ce ne andiamo, tra l'immancabile disillusione post-partita e la voglia di trovare una ragione a tanto gratuito patire. Ragione che comunque è sempre lì e non si muove, dal 1979 su questi schermi. Ci facciamo i nostri kilometri di ritorno, sudati e belli, finendo di santificare la domenica.
La nostra salvezza, anche oggi, ce la siamo andata a prendere.
Avanti MilleNoveCentoOtto!
venerdì 3 aprile 2015
Prato - Reggiana 1-1
Ancora di mercoledì. Ebbene sì, per due volte nel giro di meno di un mese ci ritroviamo a fare i conti con una gara in programma alle 14.30 di un giorno feriale. C'è nuovamente da popolare uno stadio. Uno stadio già svuotato di per sè da ogni entusiasmo, già privo di ogni illusione, già, solo e unicamente, di coloro che la partita non fanno nemmeno conto che si giochi. Una gara, contro la Reggiana, incastrata tra chi esce prima da lavorare e chi il permesso non lo può o non lo riesce ad ottenere. Tra chi si sintonizza su uno stramaledetto sito dal proprio ufficio e chi, l'ufficio, non ce l'ha. Una gara incuneata nella vita di tutti i giorni di persone che studiano, lavorano o quant'altro, di persone per cui solo e unicamente il calcio dovrebbe essere fatto. Noi ci siamo. Comunque. Nelle nostre possibilità e nella luna storta o meno storta del nostro datore di lavoro. Ci siamo perché, oltre ogni qualsivoglia discorso, questa lotta la vogliamo e la dobbiamo vincere.
Perché il calcio è di chi lo vive, non di chi lo compra.
NO AL CALCIO MODERNO! AVANTI ULTRAS!
Perché il calcio è di chi lo vive, non di chi lo compra.
NO AL CALCIO MODERNO! AVANTI ULTRAS!
domenica 29 marzo 2015
Pisa - Prato 0-0
Uniti nella lotta di chi porta avanti un ideale. Adesso vinci la battaglia più importante, GIANLUCA NON MOLLARE!
Iscriviti a:
Post (Atom)