Non avremmo mai voluto trovarci a scrivere queste righe ma il destino ha voluto regalarci anche questo ennesimo colpo al cuore.
E’ forse la prima volta che diffondiamo un comunicato che non riguarda strettamente il nostro ambito, quello del tifo calcistico, ma bensì l’intera nostra comunità. Questo perché abbiamo sempre preferito tenere fuori certi argomenti dal nostro gruppo e dalle nostre attività ma, adesso, siamo giunti al punto in cui è necessario e doveroso scrivere queste righe.
La nostra è più di una semplice presa di posizione,
più di una semplice comunicazione di idee, più di una semplice protesta,
è una vera e propria discesa in campo a fianco della nostra città, che
si trova ad affrontare forse il momento più triste e doloroso della sua
storia.
Il decreto legge del 31 Ottobre che inserisce Prato all’interno della nuova città metropolitana con Firenze e Pistoia è il colpo mortale per una città già provata da difficoltà economiche e sociali enormi.
La terza città del centro Italia con circa 220.000 abitanti costretta ad essere annessa al capoluogo come un quartiere o un paesello qualunque. Quella che è stata per anni la capitale mondiale del tessile, una città con una cultura del lavoro invidiata in tutto il pianeta, una storia gloriosa scritta da uomini dal valore inestimabile, obbligata a piegare di nuovo la testa a Firenze, che per secoli ci ha sfruttato e trattato alla stregua di un dormitorio e che adesso rivendica non si sa quali diritti con il fare arrogante del governatore Rossi, a cui ricordiamo il compito di dover fare gli interessi dell’intera Regione e non solo del capoluogo.
Il nostro no è quanto di più netto ci possa essere ed è da ricercare in milioni di motivi sicuramente non sintetizzabili, e non si tratta certo di semplici campanilismo ma anzi, invitiamo i dubbiosi a leggersi bene quello che il decreto propone, con praticamente la totalità delle risorse economiche, sociali e culturali strappate dalle mani pratesi per essere concessi a non si sa bene quale ente “metropolitano”.
Per non parlare della mancanza di rispetto verso quella gente che ha speso la propria vita per rendersi indipendente dal capoluogo e dalle sue angherie.
Prato non è Firenze, non lo è mai stata e mai lo sarà, lo diceva Curzio Malaparte nel suo celebre Maledetti Toscani e lo ribadiamo noi nel 2012 ancora più forte, in quello che potrebbe essere un tristissimo ma mai casuale anniversario del Sacco di Prato del 1512.
Noi, abituati a difendere ogni domenica i nostri colori in giro per l’Italia, chiediamo a tutti i Pratesi di ribellarsi e di prendere parte al nostro fianco a questa battaglia che, stavolta si, richiede l’impegno e l’orgoglio di tutti per essere vinta.
La parola d’ordine è resistere, farsi sentire, combattere e stringere i denti, come solo noi abituati al duro lavoro di ogni giorno sappiamo fare.
Chiediamo sostegno e voglia di fare alle istituzioni che devono stare serene, i Pratesi, quelli Veri, saranno al loro fianco in ogni strada che decideranno di intraprendere, indipendentemente dal colore o dalla parte politica, qua è in gioco il futuro di tutti, e non ci faremo trovare impreparati.
Il tempo delle parole è finito già da un bel pezzo, sono forse le troppe chiacchere che ci hanno portato a questo punto, adesso è il momento dei fatti, e che siano concreti e decisi, perché solo così potremo ottenere dei risultati.
“Che peccato però che Firenze stia fuor di Prato, mi fa l’effetto di un cane fuor dall’uscio”
Con eterno ed infinito amore.
I Tuoi Ultras
Il decreto legge del 31 Ottobre che inserisce Prato all’interno della nuova città metropolitana con Firenze e Pistoia è il colpo mortale per una città già provata da difficoltà economiche e sociali enormi.
La terza città del centro Italia con circa 220.000 abitanti costretta ad essere annessa al capoluogo come un quartiere o un paesello qualunque. Quella che è stata per anni la capitale mondiale del tessile, una città con una cultura del lavoro invidiata in tutto il pianeta, una storia gloriosa scritta da uomini dal valore inestimabile, obbligata a piegare di nuovo la testa a Firenze, che per secoli ci ha sfruttato e trattato alla stregua di un dormitorio e che adesso rivendica non si sa quali diritti con il fare arrogante del governatore Rossi, a cui ricordiamo il compito di dover fare gli interessi dell’intera Regione e non solo del capoluogo.
Il nostro no è quanto di più netto ci possa essere ed è da ricercare in milioni di motivi sicuramente non sintetizzabili, e non si tratta certo di semplici campanilismo ma anzi, invitiamo i dubbiosi a leggersi bene quello che il decreto propone, con praticamente la totalità delle risorse economiche, sociali e culturali strappate dalle mani pratesi per essere concessi a non si sa bene quale ente “metropolitano”.
Per non parlare della mancanza di rispetto verso quella gente che ha speso la propria vita per rendersi indipendente dal capoluogo e dalle sue angherie.
Prato non è Firenze, non lo è mai stata e mai lo sarà, lo diceva Curzio Malaparte nel suo celebre Maledetti Toscani e lo ribadiamo noi nel 2012 ancora più forte, in quello che potrebbe essere un tristissimo ma mai casuale anniversario del Sacco di Prato del 1512.
Noi, abituati a difendere ogni domenica i nostri colori in giro per l’Italia, chiediamo a tutti i Pratesi di ribellarsi e di prendere parte al nostro fianco a questa battaglia che, stavolta si, richiede l’impegno e l’orgoglio di tutti per essere vinta.
La parola d’ordine è resistere, farsi sentire, combattere e stringere i denti, come solo noi abituati al duro lavoro di ogni giorno sappiamo fare.
Chiediamo sostegno e voglia di fare alle istituzioni che devono stare serene, i Pratesi, quelli Veri, saranno al loro fianco in ogni strada che decideranno di intraprendere, indipendentemente dal colore o dalla parte politica, qua è in gioco il futuro di tutti, e non ci faremo trovare impreparati.
Il tempo delle parole è finito già da un bel pezzo, sono forse le troppe chiacchere che ci hanno portato a questo punto, adesso è il momento dei fatti, e che siano concreti e decisi, perché solo così potremo ottenere dei risultati.
“Che peccato però che Firenze stia fuor di Prato, mi fa l’effetto di un cane fuor dall’uscio”
Con eterno ed infinito amore.
I Tuoi Ultras
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