Si è tenuta a Pisa pochi giorni fà una serata-evento interamente dedicata alla tessera del tifoso e alle sue contraddizioni.
Evidentemente e contrariamente a quello che i media vogliono far credere questo strumento non è ancora stato così bene "assorbito" da parte della generalità delle tifoserie italiane, anzi.
Al convegno hanno partecipato il vice direttore dell'Osservatorio Massucci, il dg del Pisa Lucchesi, qualche altro incravattato di turno e l'Avv. di Roma Lorenzo Contucci (sempre sia lodato! per l'impegno, la voglia e la passione che ci mette).
Interessante il confronto con colui che rappresenta in sintesi il divieto che ci è posto difronte ad ogni stadio e\o settore ospiti. Le argomentazioni di tal signore spaziano tra i temi più variegati, potendosi comunque riassumere nella convizione che stadi vuoti=stadi sicuri.
Non ho intenzione di dilungarmi su ciò e su come debba essere interpretato, la nostra idea come gruppo a riguardo è talmente chiara e decisa da essere quasi fastidiosa a volte.
Ognuno giudichi il tutto un pò come vuole (se volete su youtube trovate anche video più o meno integrali della serata) ma, sopratutto chi sta benedetta tessera l'ha sottoscritta, cominci a farsi delle serie domande su chi ha di fronte, su a chi chiede il permesso per entrare in uno stadio e su quale sia il reale obiettivo di questo strumento.
Nient'altro da aggiungere sennò postare la lettera di Cristiano Militello diffusa e riportata al convegno stesso dall'Avv. Contucci.
Vi consiglio di leggerla con attenzione e spirito critico, riflettendo magari sul fatto che se certe cose deve arrivare a dirle un giornalista-comico di Striscia la Notizia (con tutto il rispetto) forse c'è qualcosa che non và a livello generale più che nel particolare.
Buona lettura e buona riflessione e, ovviamente.....NO ALLA TESSERA!
Pisa
è da sempre una piazza particolare. Ha sempre fatto dei numeri
incredibili, a prescindere dalle categorie e – ovviamente – in
proporzione al bacino della città. Senza tornare troppo indietro a tempi
gloriosi, credo basti citare i 3500 abbonati e i 5000 spettatori di
media nei dilettanti appena due anni fa, ultimo anno prima della tessera
del tifoso.
Come tutti sanno dentro questa sala, da 30 anni a
questa parte, molti giocatori, a tutt’oggi, a parità di condizioni, o
addirittura anche dinanzi a trasferimenti in categorie superiori,
scelgono Pisa “per la PIAZZA”, ovvero per i tifosi, perché hanno sentito
dire da colleghi - o hanno visto in passato personalmente da avversari –
la notevole ENERGIA derivante dalla presenza attiva di migliaia di
persone insieme che fanno il tifo.
Oggi, incredibile ma vero, anche a
Pisa, ma è più giusto dire PERSINO a Pisa, lo stadio è diventato
spettrale, appunto senza energia. Una grave perdita quindi, non solo in
termini economici.
Da 34 anni vado allo stadio da appassionato e
da 17 anni a questa parte, stare ogni domenica 3 ore fuori da uno
stadio, - on the road, senza scorte, senza biglietti omaggio, senza
tribune stampa - è diventato il mio lavoro.
Tralascio il fatto
che negli ultimi anni ho ricevuto talmente tante segnalazioni di abusi,
soprusi e assurdità assortite che avrei potuto fare tranquillamente un
servizio ogni sera. Ma non posso tralasciare il fatto che la maggior
parte delle lamentele proviene non tanto o non solo dagli ultras – un
mondo che di solito, nel bene e nel male, tende ad autorappresentarsi e
ad autodifendersi – ma esattamente da quel target di persone che
l’avvento della TDT voleva riportare negli stadi.
Io sono pressoché certo che la direzione intrapresa sia opposta al ritorno delle famiglie allo stadio.
Sì certo, la superofferta televisiva, gli stadi vecchi, i parcheggi, i
danni di immagine di scandali vari, tutto vero, ma siccome vedere una
partita dal vivo è un’esperienza “sensorialmente” incommensurabilmente
inferiore a vederla in tv, credo che per giustificare i vuoti sugli
spalti vada dato finalmente il giusto peso a un fattore altamente nocivo
e cioè la clamorosa difficoltà dell’acquisto di un biglietto, almeno
rispetto alla teorica semplicità del paradigma mi va di andare a vedere
una partita-mi compro un biglietto-entro allo stadio. Per non parlare
poi di andare in trasferta, impresa ormai epica.
Gimkane
burocratiche, biglietterie chiuse di domenica, città che vai questura
che trovi e quindi usanze e divieti che trovi, divieti di vendita ai
residenti fuori regione, ai fuori città, divieto di vendita di più di un
biglietto a testa, ai vedovi, ai radicali e a quelli con la forfora.
LUCCHESI: lei oltre a un valente esperto di calcio è anche un manager:
alla luce di questo ritiene che in un campionato, quello di serie C che
non naviga certo nell’oro - e dove già da anni la classifica è modellata
settimanalmente da tribunali che penalizzano le squadre per motivi di
bilancio - la maggior parte delle società possano rinunciare a cuor
leggero agli incassi derivanti da mancati abbonamenti di tifosi di
squadre come Pisa, Lecce, Taranto, Avellino, Perugia, Salerno, in grado
oltretutto di portare in trasferta migliaia di persone ogni volta e di
far fare incassi cospicui a società che non superano i 200 paganti??
Le società sanno che questa della TDT è una normativa e non una legge
perche altrimenti esiste il serio rischio che, come legge, sarebbe
dichiarata anticostituzionale?
Non trova che chi ha seguito il
Pisa a Ponte Buggianese e a Gavorrano… che chi è fallito due volte in 14
anni e perfino nell’anno del Centenario… che chi si è visto negare la
trasferta a Viareggio con le tifoserie gemellate da 20 anni… che chi si è
visto negare le temibilissime trasferte a Siracusa, Gela, Foligno, pur
essendo la prima volta che le società si affrontavano… che chi ha visto
volteggiare un elicottero in cielo e ha assistito allo slittamento di
mezzora dell’inizio di una partita (!) perché un intero stadio è stato
fatto entrare da un unico cancello perché c’era un tamburo che non
doveva entrare e la partita era Pisa-Chioggia… che chi ha già
acconsentito al biglietto e all’abbonamento nominale, alle bibite
stappate, agli ombrelli requisiti, al tornello, alla telecamera a
circuito chiuso… che chi si è visto diffidare per aver interrotto una
partita perché all’esterno era morto un ragazzo… che chi si è visto
diffidare per lancio di carta igienica e la lista potrebbe continuare…
ecco non ritiene che i tifosi del Pisa siano già abbastanza FIDELIZZATI
da non meritare che un organismo terzo venga a dare il tesserino del
bravo tifoso?
Non le sembra strano che Pisa faccia meno
abbonati adesso in C1 che nei dilettanti? Gli 8000 abbonati in più della
Roma è sicuro che siano dovuti solo all’effetto Zeman o forse perché la
Roma ha di fatto “mollato” il progetto TDT?
Quale è il ricatto che vi tiene incollati a dei voleri controproducenti economicamente e sportivamente?
Al Dott MASSUCCI, che va cmq ringraziato se non altro per essere venuto
personalmente a dialogare, chiedo: le normative attuali, quelle che
regolamentano l’accesso negli impianti e la scomparsa di quelli che io
mi ostino a chiamare strumenti positivi di tifo (tamburi, fumogeni,
coreografie, di cui non è morto mai nessuno), sono nate per buona parte
nel 2007, nel post-Raciti e quindi furono conseguenti ad un’emergenza.
Poi in Italia, come spesso succede lo straordinario diventa ordinario e
nulla è più definitivo del provvisorio. Ma allora, visto che sbandierate
sempre numeri ottimistici e tutti i fenomeni violenti sono in calo ci
dice per favore QUANDO FINISCE QUESTA EMERGENZA??
E’ un buon
sistema quello che proibisce a me, incensurato, padre di famiglia, di
poter andare a vedere occasionalmente il Pisa a Lumezzane o a Trezzo
sull’Adda (non a Spalato, ripeto, a Trezzo sull’Adda!) solo perché pur
vivendo a Milano sono ancora residente a Pisa? Se fossi stato residente a
Milano, come lei sa, sarei invece potuto andare a vederlo: mi dica
perché? Sarei meno pericoloso?
Un mio collaboratore di Cassino
(FR), tifoso dell’Inter oltretutto, si è presentato di recente a San
Siro, al botteghino per Inter-Roma,- era in vigore il divieto di vendita
di tagliandi per gli abitanti della regione Lazio - l’impiegata,
ricevuta la carta d’identità gli ha chiesto “scusi, dov’è Cassino?” e
lui gli ha risposto: in Campania, “ah, allora tenga il biglietto”. Non
trova tutto questo assurdo? Perché il mio amico di Cassino dovrebbe
essere meno pericoloso di uno di Caserta e viceversa?
State
tutti, stampa, dirigenti sportivi, forze dell’ordine, commettendo un
grosso errore: Considerare il tifoso sempre più come CLIENTE e meno come
TIFOSO, considerare sempre più il calcio come INTRATTENIMENTO e non
come GIOCO e soprattutto come RITO. Tutto ciò fa sì che alla fine lo
stadio venga snobbato, esattamente come un ristorante o una discoteca
di cui si inizia a parlare male. “Ah sai li ci si diverte poco, lì si
mangia male” e di colpo non il posto passa di moda e non ci si va più;
mentre il tifoso allo stadio ci va, da che mondo è mondo, PER FEDE, PER
PASSIONE e non perché si sta comodi o perché c’è il museo o il
ristorante. Ci va per condividere la propria passione. Ci va per
assistere, in caso di brutto spettacolo in campo, per assistere ALMENO
all’altro spettacolo, oltretutto gratuito, e cioè quello offerto dal
tifo sugli spalti. Non penserete mica che, come clienti da intrattenere,
in C1 e C2 la gente vada davvero per vedere lo spettacolo offerto dalle
squadre in campo vero????????
Vi state approfittando della
dipendenza del tifoso nei confronti della propria squadra, alzandogli
sempre più l’asticella. Ma è un calcolo errato, prima di tutto
eticamente: anche i tossici si disintossicano e anche gli innamorati si
disamorano.
E allora siccome, calpestando 35 anni di tifo
“all’italiana”, vi state avviando a scimmiottare quando pseudo-modelli
inglesi su cui sarebbe opportuno fare mille precisazioni, quando il
wrestling americano, adesso subitene le conseguenze.
Ah a
proposito, quegli speaker cafoni che appena dopo un gol urlano e, se non
basta, anche con l’ausilio di musiche trash coprono il rumore più bello
del calcio e cioè IL BOATO del pubblico, sono ridicoli, patetici,
qualcuno li faccia smettere. Anche perché non sono allo Yankee stadium
ma se gli va bene sono a Grosseto con mille paganti.
Prima, non
troppo tempo fa, avvicinandosi allo stadio, già da ore prima si sentiva
cantare, c’era fermento, energia appunto; oggi è grassa se si sente
qualche coro due minuti prima, giusto al momento della lettura delle
formazioni.
Io a volte sono lì fuori, a cento metri, a fare il
servizio per striscia e alle 14.55 mi dico: ma giocano? Ma che succede?
L’hanno rinviata? E invece, a parte sporadiche eccezioni, è la
normalità. Complimenti.
Concludo invitandovi a ricordare
questo: la gente tornerà allo stadio ANCHE se sarà messa in condizione
di FARE LA DIFFERENZA COME TIFOSO, come cliente infatti vado già
all’Esselunga e in altri molti posti purtroppo.
Al Dott.
Lucchesi e al Pisa dico che da 2 anni in qua hanno perso i miei due
abbonamenti. Io vivo a Milano e da sempre mi abbonavo comunque,
praticamente solo per sostenere economicamente la società, a
prescindere, anche se per lavoro magari ne potevo vedere solo 1 o 2
all’anno.
Ma da quando la mia società non mi fa scegliere,
OBBLIGANDOMI a sottoscrivere contemporaneamente un’altra tessera,
rendendola obbligatoria anche per andare in trasferta, dimostrandomi
quindi di non fare i miei interessi (perché il capitale di una società
sono i suoi tifosi, non Maroni), dandomi un grande dispiacere, mi dico:
vabbè, allora faccio un altro tipo di donazione, magari una onlus, cosi
la scarico anche.
Al Dott. Massucci dico che se invece di
quella del tifoso, vorranno istituire la tessera del buon senso - e me
la lasciano comunque FACOLTATIVA, come usa in una democrazia - io sarò
il primo a sottoscriverla. Perché per ora, io, e tanti altri, come
clienti non saprei, ma come TIFOSI, non dobbiamo dimostrare niente a
nessuno
Grazie e un cordiale saluto a tutti
CM
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