mercoledì 15 aprile 2015

Ancona - Prato 1-1

In pochi, come al solito. Un pulmino, qualche macchina. Alle 6 siamo in piedi (o ancora in piedi) e quando il sole dà il buongiorno alla domenica, giorno sacro del Signor Calcio, siamo già pronti a partire. Destinazione Ancona. Ci aspettano 3 ore e mezza o poco più di viaggio, a fianco di tanti che, già d'aprile decidono di andare a fare visita al mare. Non roba per noi, rifiuto e vado avanti. I kilometri scorrono tra risate e birre, ottime amiche di ricordi e racconti. Arriviamo nel capoluogo marchigiano con anticipo e, attaccate le pezze, ci prepariamo ad affrontare la nostra partita, osservando i tifosi dorici entrare alla spicciolata. Inutile spendere altre parole sull'orario. Lo stadio semi-deserto (che si intravede nella foto) è ancora una volta figlio di coloro che allo stadio ci vogliono le famiglie e poi, apparecchiata la tavola, fissano le partite all'ora di pranzo. Chi c'è, c'è. 
Facciamo un tifo di qualità, in pochi, ma tant'è... l'abitudine. Qualche coro all'unisono con la tifoseria di casa quando si parla di Ultras e qualche riferimento tutt'altro che amichevole agli spallini storicamente gemellati con i tifosi dorici.
La partita intanto scorre. Rischiamo di perdere anche questa volta ma un rigore, dal sapore di contentino, fissa un pareggio quanto mai inutile classifica alla mano. E così ce ne andiamo, tra l'immancabile disillusione post-partita e la voglia di trovare una ragione a tanto gratuito patire. Ragione che comunque è sempre lì e non si muove, dal 1979 su questi schermi. Ci facciamo i nostri kilometri di ritorno, sudati e belli, finendo di santificare la domenica. 
La nostra salvezza, anche oggi, ce la siamo andata a prendere.
Avanti MilleNoveCentoOtto!

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